Prevenzione della dipendenza

PREVENZIONE DELLA DIPENDENZA DA SOSTANZE STUPEFACENTI E PSICOTROPE E DELL’ ALCOLDIPENDENZA

Contro le droghe, cura la vita!

Con questa affermazione non abbiamo inteso solo proporre uno slogan, ma avanzare una proposta politica e culturale, sollecitare un impegno che chiama in causa ciascuno di noi e tutta la società.

Cura della vita

Cura della vita è una espressione che abbiamo preso a prestito. Essa contiene il messaggio e l’impegno del “Gruppo Nuova Speranza o.n.l.u.s.”.

Per combattere le tossicodipendenze ci vuole meno carcere, meno esclusione sociale, meno stigmatizzazione.

Ci vuole invece:

più impegno verso il sociale, più sensibilizzazione, più informazione e formazione, più rispetto per i diritti delle persone, più responsabilità ed accoglienza verso gli altri. Più capacità di autodeterminazione.

Cura della vita significa riconoscere sempre e comunque la dignità della persona ed i suoi fondamentali diritti.

Significa rispettare e riconoscere i diritti del tossicodipendente anche quando non ha ancora scelto di uscire dal tunnel della dipendenza. E questo non vuol dire arrendersi alla droga, ma non rinunciare mai a costruire quel dialogo e quella fiducia che solo possono aprire un varco per avviare un percorso terapeutico.

Cura della vita significa riconoscere, valorizzare e mettere in circolo la particolare umanità e la particolare sapienza contenute nella sofferenza.

Cura della vita, è una pratica tesa ad attivare processi di accoglienza esistenziale, di inclusione sociale e civile.

Cura della vita, ovvero quell’amore concreto per la vita umana di cui sono capaci le nostre madri e su cui ha riflettuto il “Gruppo Nuova Speranza o.n.l.u.s.”.

E’ aperto nel nostro paese un dibattito stringente ed importante per la riforma dello stato sociale. Si devono prendere delle decisioni.

Riteniamo che tocchi anche a tutti noi dire parole chiare in merito alle scelte che dovranno compiersi.

Ad esempio:

  • Creare pari opportunità di partenza per consentire a ciascuno di partecipare con le sue peculiarità alla corsa della vita. Ciò comporta una forte responsabilità individuale e collettiva nel confronti di chi è più debole e di chi è portatore di particolari e differenti bisogni per i quali vanno previste opportunità mirate.
  • Prevenire il disagio, puntando sulle relazioni familiari, sulla scuola, sull’informazione, sulle relazioni amicali, sui servizi.
  • Valorizzare il territorio ed i legami comunitari e sociali.
  • Costruire una forte alleanza tra le generazioni sapendo anche ridistribuire le risorse attuali a vantaggio dei giovani.
  • Infatti, l’invecchiamento della popolazione – che è anche segno del miglioramento delle condizioni di vita – ha determinato il progressivo allontanamento di larghe fasce di giovani non solo dal mercato del lavoro centrale, ma anche da quello secondario e dagli stessi luoghi dell’espressione della cittadinanza attiva.

Anche se l’attuale popolazione di età intermedia o anziana sta accumulando redditi da lavoro e patrimoni che trasmetterà alle generazioni successive, è tuttavia ipotizzabile che solo intorno al 2015 l’entità dei lasciti avrà rilevanza nel trasferimento tra le generazioni. E nel frattempo? Che cosa proponiamo ai ragazzi ed alle ragazze che avranno vent’anni nel 2010? Ed, a quelli che ne hanno venti oggi? Non c’è da indugiare oltre.